La Shell a giudizio:
omicidio, tortura, schiavismo in Nigeria
di Maria Rita d'Orsogna
Puo’ veramente essere che nel 2012 le corporazioni possono andare ovunque nel mondo e commettere abusi come torture, omicidi e schiavismo e allo stesso tempo essere esenti dal confronto coi loro accusatori e non rendere giustizia?
Questo e’ esattamente quello che la Shell difendera’ presso la nostra piu’ alta corte oggi.
Karen Redford, avvocato
28 Febbraio 2012
La Corte Suprema americana ha deciso di ammettere il dibattito “Kiobel vs. Shell”, dove dovra’ decidere se il processo di un gruppo di Nigeriani contro la Shell per crimini contro l’umanita’ e per la morte del famoso attivista Ken Saro Wiwa, puo’ svolgersi negli USA oppure no.
La Shell e’ infatti accusata di avere ingaggiato paramilitari che hanno commesso sequestri di persona, esecuzioni sommarie, tortura, lavori forzati, stupri, violenze, tangenti, sparatorie e finanche genocidio. Fra i delitti contestati, la morte di Ken Saro Wiwa e di altre persone.
La Corte Suprema e’ allora chiamata a decidere se le vittime possono o no portare in causa la Shell, non per danni ambientali, ma per danni contro i diritti umani, anche se i crimini sono accaduti fuori dagli USA.
Infatti, parrebbe che questa causa dei nigeriani contro la Shell, non possa competere ad un tribunale USA visto che la Shell ha sede altrove, e visto che le morti e i presunti abusi sono accadute in Nigeria.
Ma facciamo un passo indietro. Negli anni ’90 sorse in Nigeria il movimento popolare degli Ogoni, di cui abbiamo parlato tante volte su questo blog, che includeva anche Ken Saro Wiwa e che denunciava le pietose condizioni ambientali in Nigeria a causa di decenni di sfruttamento petrolifero, soprattutto per opera della Shell.
Le pacifiche proteste di Wiwa e dei suoi collabroatori vennero pero’ subito messe a tacere dal brutale regime dittatoriale dell’epoca, in collaborazione con la Shell. Insieme, secondo l’accusa, la Shell e il governo furono responsabili di quella bella lista di delitti di cui sopra, inclusa la morte di Ken Saro Wiwa.
Ora e’ evidente che una persona e’ sempre responsabile di omicidio.
Ma questo reato non e’ stato commesso negli USA.
Qui pero’ c’e’ anche una legge che si chiama Alien Tort Statute, secondo la quale orrendi crimini commessi all’estero contro l’umanita’ possono essere portati a processo sul suolo USA. Questa legge esiste da 30 anni.
A volte infatti, succedeva che criminali nazisti, o altri dittatori venivano negli USA “in pensione”, pensando di poterla fare franca. Invece no, qui la legge dice che in casi particolarmente gravi, anche se il crimine l’hai commesso all’estero, puoi essere portato in causa in un tribunale americano.
Questa legge e’ stata gia’ usata contro Radovan Karadzic, per crimini commessi durante la guerra di Bosnia/Serbia e contro il dittatore filippino Ferdinando Marcos.
E le multinazionali? Chi protegge i deboli contro quelle? I criteri applicati per Marcos e per Karadzic sono gli stessi che si applicano alla Shell? La legge cosi’ com’e’ formulata non spiega se bisogna fare distinzione fra persone/dittatori e multinazionali/ditte petrolifere.
Anche se la legge non era esplicita, circa 15 anni fa, si decise di provare ad usare questa Alien Tort Statute anche contro le multinazionali.
Il primo caso fu quello di Doe vs. Unocal, in cui alcuni cittadini di Birmania portarono in causa la Unocal Americana e la Total di Francia.
In questo caso, la Unocal e la Total erano accusate di avere ingaggiato l’esercito birmano per forzare la costruzione di un oleodotto, ben consci della brutalita’ che sarebbe stata riservata ai residenti, tutti contrari.
Infatti i militari commisero torture, violenze sessuali e omicidi sugli abitanti che quell’oleodotto proprio non lo volevano. Un po’ come in Nigeria.
Fu un successo – dopo 9 anni la Unocal e la Total, nel 2005, ammisero le loro colpe e furono costrette a risarcire le vittime.
Ma adesso, gli avvocati della Shell dicono che questa Alien Tort Statute si debba applicare *solo* alle persone, non alle corporazioni, cioe’ a loro.
E di grazia, perche’? Ovviamente perche’ hanno paura di perdere come hanno perso quelli della Unocal/Total a suo tempo e sarebbe un colpo durissimo per la Shell la cui immagine di certo non brilla per carita’ cristiana!
E quindi siamo finiti alla Corte Suprema che deve decidere se queste multinazionali siano “persone” che possono stare a processo anche per presunti delitti commessi fuori dagli USA, secondo questo Alien Tort Statute oppure no.
A capo di questo processo c’e’ la signora Barinem Kiobel, moglie del dottor Kiobel che venne impiccato dalla giunta militare della Nigeria nel 1995 assieme a Ken Saro Wiwa e sotto la regia della Shell. Assieme alla vedova del dottor Kiobel, altre nove persone.
La signora chiede solo che ci sia un processo, e che lei possa presentare le sue argomentazioni contro la Shell presso un triunale, presumibilmente non corrotto, e chiedere giustizia per la morte del marito, avvenuta 16 anni fa!
Vediamo se ora sono persone anche nel senso che non possono andare dove gli pare e creare disastri, impuniti.
Qui il commentario di uno degli avvocati per i diritti umani del gruppo Earth Rights International, Katie Redford
Il caso e’ ora nelle mani della Corte Suprema che ha iniziato ad ascoltare pareri di Shell e vittime il 28 Febbraio 2012.
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