NO AL PETROLIO
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Convocati
dal Presidente della Comunità Montana –arch. Raffaele Accetta – si sono riuniti
alle ore 16.00 del 23 febbraio 2012
presso la sede dell’Ente in Padula i Sindaci del Vallo di Diano per un’analisi
congiunta della <<questione petrolio>> che da qualche giorno sta
animando un intenso dibattito a tutti i livelli e che vede l’opinione pubblica
maggiormente spostata sulla posizione del NO.
La
riunione si apre con l’intervento del Presidente della Comunità Montana che svolge
una panoramica generale della situazione legata alla richiesta della SHELL, interessata
ad effettuare dei sondaggi nei territori di alcuni Comuni della zona
finalizzati alla ricerca del petrolio.
Il
Presidente si sofferma poi sul dibattito in corso e sulle varie dichiarazioni
rese dai Sindaci e da altre persone che partecipano al dibattito, evidenziando
comunque che non mancano posizioni favorevoli ai sondaggi come nel caso
dell’Associazione degli Imprenditori del Vallo di Diano.
A
conclusione del suo intervento, l’arch. Accetta invita i Sindaci a svolgere una
riflessione seria, ponderata e netta, tenendo conto in ogni caso che:
·
nel merito della
questione il territorio circa 15 anni fa già si espresse negativamente,
tant’è che vi fu una forte protesta promossa proprio dai Sindaci che arrivarono
addirittura ad incatenarsi nel cortile della Certosa di Padula;
·
il territorio da
diversi anni a questa parte si sta spendendo per sostenere uno sviluppo che va
in tutt’altra direzione e che si identifica con lo sviluppo rurale integrato
che significa crescita armonica non solo dell’agricoltura, che costituisce la
spina dorsale del tessuto produttivo locale, ma anche di altri settori più
direttamente connessi quali il turismo sostenibile legato essenzialmente
alla fruizione dei beni culturali ed ambientali di cui il Vallo di Diano è
ricco, l’artigianato tradizionale, il piccolo commercio;
·
per non
vanificare gli ingenti sforzi finora compiuti nel campo della pianificazione e
dell’attuazione dei programmi di sviluppo locale, bisogna avere la piena
consapevolezza che il territorio del Vallo di Diano costituisce, nel suo insieme, una
risorsa di grande rilievo, strategica per il tipo di sviluppo
ipotizzato, e, come tale, necessariamente da salvaguardare da tutto ciò che
compromette la bellezza ed il valore delle peculiari risorse presenti, molte
delle quali a valenza riconosciuta a livello internazionale: Certosa di Padula,
Grotte di Pertosa, centro storico di Teggiano, Terme di Montesano S/M, Monte
Cervati e le miriadi di aree protette ricadenti nel Parco Nazionale del Cilento
e Vallo di Diano;
·
che l’attuale governo
regionale non si configura come interlocutore credibile con cui
discutere della questione petrolio non avendo finora dimostrato concreta
attenzione per le istanze e le problematiche dei territori delle aree interne
più distanti da Napoli, come appunto il Vallo di Diano.
Segue un’articolata discussione nel corso della quale
tutti i Sindaci e gli amministratori locali presenti alla riunione esprimono le
proprie considerazioni.
In linea generale, dagli interventi è emerso che:
-
il petrolio
non è assolutamente sinonimo di sviluppo, ragion per cui all’iniziativa della Shell occorre fermamente opporsi
in tutte le sedi, a partire dai consigli comunali che vanno da subito convocati
anche per sentire il parere degli amministratori ed informare ed ascoltare i
cittadini;
-
i Sindaci
sono tutti contrari ai sondaggi ed alla eventuale successiva estrazione del petrolio nell’ambito del Vallo di Diano senza alcuna
incertezza e perplessità, rifiutando a priori la logica della colonizzazione
da parte dei “grandi colossi”, interessati solo a mettere piedi nel Vallo di
Diano in virtù delle risorse che se ne possono trarre, senza apportare alcun
beneficio concreto al territorio, né in termini di sviluppo né sul piano
occupazionale;
-
negli ultimi
15-20 anni il Vallo di Diano ha beneficiato di cospicue risorse finanziarie
rese disponibili dai vari programmi e strumenti di intervento pubblico (Progetti Leader, Patto Territoriale, Patto
Agricolo, PIT Certosa, PIT Parco, PIR, misure del POR e del PSR, ecc..)
grazie alle quali sono stati incentivati investimenti imprenditoriali ed opere
infrastrutturali, strategiche ai fini dello sviluppo locale che si è ritenuto
dover orientare verso l’ambiente e la valorizzazione delle peculiarità
del territorio: beni culturali, risorse
naturali, produzioni tipiche locali,agricole ed artigianali. Dire SI al
petrolio significherebbe rinnegare quanto finora si è fatto a sostegno dello sviluppo
ecocompatibile, significherebbe rinnegare i documenti strategici di
indirizzo condivisi ed approvati dal territorio e che vanno sempre nella
direzione dello sviluppo sostenibile a forte integrazione ambientale (vedi piano di sviluppo socio economico della
Comunità Montana e Accordo di Reciprocità), significherebbe compromettere
la bellezza e la serenità dei luoghi, con ripercussioni fortemente negative in
termini di attrattività turistica dell’intero territorio, significherebbe accettare
le preoccupazioni per le inevitabili forme di inquinamento e di alterazione
ambientale legate alle attività di estrazione e trasporto del petrolio, senza
nulla prendere in cambio, come peraltro sta avvenendo nella vicina Val d’Agri;
-
la questione
petrolio non riguarda solo i Comuni individuati per dei sondaggi ma tutto il Vallo di Diano tenuto conto che qualsiasi
effetto lesivo, ambientale e socio-economico, derivante dall’estrazione del
petrolio ricadrebbe sull’intero territorio e per questa ragione tutti e 15 i
Comuni del Vallo sono chiamati ad attivarsi per “impedire” di fatto che la Shell vada avanti nel suo
intento, a dispetto della volontà del territorio;
-
non è accettabile
la logica di dover rincorrere di volta in volta decisioni calate dall’alto
che sistematicamente si rivelano pregiudizievoli per il territorio; ciò è
un’offesa per la democrazia perché è assurdo investire un territorio di una
problematica così pesante, qual’è appunto l’estrazione del petrolio, senza
sentire a priori il parere delle istituzioni locali e senza tenere conto della
volontà delle persone che in quel territorio vivono e che in quel territorio
ripongono tutte le aspettative per uno sviluppo duraturo e sostenibile;
-
bisogna dire
NO al petrolio senza alcuna
esitazione perché il Vallo di Diano, così com’è, è troppo prezioso per farlo
“scalfire” da operazioni avulse e distruttive come nel caso della
scongiurabile estrazione del petrolio;
-
bisogna dire
NO al petrolio a prescindere
anche perché nel Vallo di Diano si sono già registrati episodi negativi di
interventi avulsi e decisi altrove come nel caso della centrale elettrica
nel Comune di Montesano, rispetto alla quale tutti i Comuni del Vallo
dovrebbero esprimere solidarietà ai cittadini di Montesano e
all’amministrazione comunale che si sta battendo per risolvere tale grave e
delicata questione;
-
bisogna dire
NO al petrolio perché il Vallo di
Diano è di fatto un TERRITORIO PROTETTO
sia per la elevata incidenza della superficie ricadente nel perimetro del Parco
Nazionale “Cilento e Vallo di Diano” (ettari
26.629, pari al 37% dell’intera
estensione territoriale), alla quale va aggiunta la restante superficie
classificata interamente “area contigua”
del parco, sia per la diffusa presenza
di siti di interesse comunitario (aree SIC e ZPS). In virtù di tale
connotazione, dell’elevato grado di naturalità degli ambienti, ben conservati e
salvaguardati grazie alle tradizionali e secolari attività agro-silvo-pastorali,
della ricchezza della biodiversità, e della forte integrazione dei territori
rurali con la matrice ambientale, il Vallo di Diano rappresenta il luogo
ideale per lo sviluppo di un’agricoltura
di qualità ecocompatibile in grado di offrire produzioni tipiche
eccellenti. E’ evidente che tale prospettiva verrebbe totalmente compromessa
dalla presenza del petrolio;
-
bisogna dire
NO al petrolio soprattutto per
rispetto di quei cittadini del Vallo di Diano, che senz’altro sono la
maggioranza se non addirittura la quasi totalità, che, sensibili alle problematiche
di tutela dell’ambiente, denotano preoccupazione per <<l’operazione
petrolio>>, ritenendola incompatibile con le peculiarità dell’area e con
il tipo di sviluppo che si sta portando avanti.
Sulla
base di tali considerazioni unanimemente condivise, tutti Sindaci ed i
rappresentanti dei Comuni del Vallo di Diano, nell’esprimere ferma contrarietà
all’ipotesi sondaggi ed estrazione del petrolio nell’ambito del territorio, respingono
fin da ora la richiesta avanzata dalla SHELL ed assumono impegno di
battersi con forza ed in tutte le sedi per porre il Vallo di Diano a riparo da
tali scellerate ed inaccettabili iniziative, nonché di sostenere ed affiancare
tutte le iniziative che saranno intraprese sul territorio e che vanno nella
direzione del NO AL PETROLIO.
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