Si costituisce il Comitato per dire no alle trivellazioni Shell
Il 15 febbraio scorso è nato a Sala Consilina il comitato spontaneo “No al Petrolio” nel Vallo di Diano. Questo punto d'incontro tra cittadini, associazioni culturali e di categoria, ordini professionali, artigiani ed agricoltori nasce dall’esigenza di contrastare il nuovo assalto che l'industria petrolifera sta portando al nostri territorio, 15 anni dopo la Texaco a Sala Consilina.
Come in quella occasione, ravvediamo un grave pericolo per l'ambiente e per le circa 70mila persone che abitano in un comprensorio composto da 14 comuni, tutti ricadenti in area parco o in zona contigua. Peggio di allora, la Shell ha chiesto di effettuare sondaggi in 8mila ettari circa di territorio interamente protetti dall'UE che l'ha individuati come Sito di Interesse Comunitario (SIC).
Per i componenti di questo comitato, il petrolio rappresenta una scelta anacronistica, economicamente inconsistente ed in conflitto con lo sviluppo raggiunto dal territorio. Non solo il piano Shell non ha indicato alcuna prospettiva occupazionale (né diretta, né nell'indotto) per il Vallo, ma possiamo sin d'ora affermare che la malaugurata presenza di pozzi comporterebbe un grave danno per l'esistente tessuto di aziende agricole, zootecniche, di trasformazione di prodotti della terra – in primis i numerosi caseifici capillarmente diffusi in tutti i comuni –, di imbottigliamento acque minerali e turistico recettive.
Da un punto di vista economico-sociale verrebbe meno la possibilità, ribadita istituzionalmente attraverso i finanziamenti della Regione e dell’Unione europea, di avviare uno sviluppo armonico costituito da beni sempre più preziosi come la terra, i centri storici, l’artigianato, l’ambiente.
Si assisterebbe piuttosto ad una trasformazione del territorio in senso industriale con scarse prospettive di durata, che si esauriranno non appena il petrolio sarà anch’esso esaurito e che lasceranno ancora più arida e senza nulla, la nostra terra. Esempi e false speranze che abbiamo già vissuto nei periodi del post sisma con zone industriali fatiscenti, nate per esaurire risorse economiche e illudere cittadini, disperati economicamente, con il miraggio di una ricchezza che tale non è stata, né sarà.
Guardiamo poi la Basilicata. Rifiutiamo con forza l'ipotesi di trasformare il Vallo in una nuova Val D'Agri: una terra che vive questo incubo da 30 anni e che in cambio ne ha ottenuto spopolamento, impoverimento delle famiglie, massiccia emigrazione giovanile, aumento della disoccupazione, degrado ambientale e raddoppio delle patologie legate all'inquinamento di suolo, falde ed aria.
Ci fa spavento l'ammonimento di un scienziato del calibro di Franco Ortolani che ha ricordato come quelli che la Shell vorrebbe realizzare nel Valdiano, sarebbero i primi pozzi edificati non in un deserto o su terreni argillosi, ma in aree protette contrassegnate dal più alto grado di rischio sismico.
Ci conforta invece vedere la reazione compatta e unitaria dei sindaci che nella conferenza della Comunità montana hanno ribadito giovedì un no convinto e corale. Ma questo non basta. È importante che i cittadini sentano proprio questo passaggio epocale e respingano con forza una soluzione vecchia e pericolosa per tutti noi.
Chiunque lo vorrà potrà prendere contatto con questo Comitato facendo riferimento ai numeri di telefono 3491396897, 3208053617 e 3457024181 ed all'indirizzo e-mail: noalpetrolio@gmail.com ed al gruppo di Facebook “Il VALLO di DIANO dice NO al PETROLIO!”.
Infine dalle 18 alle 20 dei giorni lavorativi ci si potrà recare presso la sede di Palazzo 4 torri in via Mezzacapo a Sala Consilina.
Da parte nostra vigileremo ed informeremo la popolazione, facendo ricorso ai tutti i mezzi di informazione e comunicazione presenti sul territorio.
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