venerdì 17 febbraio 2012

Cosa ci aspetta


L'estrazione di petrolio comporta:

  • Fanghi e fluidi perforanti per lubrificare il terreno, ammorbidire le rocce, limitare o aumentare la pressione a seconda delle esigenze, e sono fanghi e fluidi composti da sostanze chimiche per lo più tossiche, molte delle quali, sotto la scusa del "segreto industriale", vengono tenute nascoste dalle compagnie petrolifere, ma per lo più formate da bario, mercurio, cromo, toluene, benzene, tutte con effetti negativi sul terreno, sulle falde idriche, sulle acque superficiali, sulle persone, sulla flora e sulla fauna.
  • Poi ci sono i rifiuti chimici, sostanze di scarto dell'estrazione che dovrebbero essere smaltite correttamente ma ad esempio in Basilicata ciò non viene sempre fatto, vengono disseminate alla meno peggio sul territorio, tant'è che ci sono un sacco di siti, nei pressi dei pozzi di estrazione, siti che vengono sequestrati e/o catalogati come cancerogeni ed ecotossici.
  • Poi ci sono le fuoriuscite di petrolio che non rappresentano un evento eccezionale ma sono la norma in tutte le aree soggette ad estrazione.
  • Poi ci sono gli squilibri geologici, addirittura documentati anche da studi fatti dalle stesse compagnie petrolifere, che a seguito delle trivellazioni comportano un aumento dell'indice di sismicità del luogo e di terremoti in luoghii che sono passati da 0° fino a 6/7° della scala Richter.
  • Poi c'è il normale rischio legato a ciò che sta nel sottosuolo, che noi non conosciamo, ad esempio bolle di gas, concentrazioni elevate di pressione, equilibri esistenti in natura che una volta turbati possono portare a scoppi di petrolio, di entità più o meno grave, come è successo anche a Trecate, prov. di Novara, con una pioggia ininterrotta di petrolio caduto sulle risaie circostanti, e ci sono voluti più di 10 anni per il processo di bonifica, ma ovviamente le attività agricole nei dintorni sono scomparse.
  • Poi ci sono le esalazioni di vari gas nocivi (come l'idrogeno solforato, che arriva a kilometri di distanza, odore acre, sgradevole e dannoso per la salute) e altre nanoparticelle che vengono fuori dai pozzi, e anche in condizioni di assoluto e perfetto funzionamento ci sono sempre: i gas sono presenti nel sottosuolo ed'è impossibile controllarli totalmente. Anche questo è ammesso dalle stesse compagnie petrolifere.

L'Organizzazione Mondiale per la Sanità consiglia un emissione di idrogeno solforato di 0,005 parti per milione.
In Italia succede che l'industria non petrolifera, per legge, è autorizzata al rilascio di 5 parti per un milione, mentre la petrolifera ne può rilasciare addirittura 30 parti per milione.
Invece, per fare un esempio dell'assurdità delle nostre leggi, in Massachussets hanno stabilito che le parti per milione devono essere 0,0006, perchè in certi casi è meglio essere previdenti.

  • Oltre ovviamente all'inquinamento dovuto a un'intensa attività di trasporto su gomma, e inoltre in questi traporti ci sono sempre delle perdite di petrolio. In quantità piccole e limitate nel tempo possono essere tollerate, ma già nell'arco di un anno le conseguenze sono evidenti, come ci insegna la Val D'Agri.
  •  E l'ulteriore consumo del territorio dovuto alla costruzione di infrastrutture adeguate.
  •  E poi ci sono i dati: asma, bronchiti, edemi polmonari, malattie circolatorie, neurologiche, linfomi, mielomi, altri tumori, incremento di aborti spontanei, malformazioni neonatali... tutte in percentuali maggiori della norma nelle aree coinvolte tanto per l'estrazione quanto per la lavorazione.
  •  Poi ci sono le ammissioni delle stesse compagnie petrolifere: vengono a trivellare in Italia perchè le royalties da pagare sono le più basse del mondo (7% su terra ferma e 4% in mare, mentre ad esempio in Libia sono il 90%, Norvegia 80%, Canada 60% ecc...) e inoltre, al di sotto di un certo quantitativo di petrolio estratto, non pagano assolutamente niente.
Da noi ci sono ditte australiane, irlandesi, britanniche, americane, francesi, ecc.. che parlano di pochi controlli, pochi vincoli ambientali, e parlano di "basso rischio politico", guadagni elevati...lo dicono stesso loro che è facile trivellare in Italia, grazie alle nostre leggi.

Vi basta?

NON SI TRATTA DI DOVER VALUTARE I "PRO" E I "CONTRO" PERCHE' NON C'E' NESSUN "PRO" CHE POSSA GIUSTIFICARE DANNI IRRIMEDIABILI ALLE PERSONE E AL TERRITORIO !!!

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